L'astronomia affonda le sue origini nelle remote pieghe del tempo, quando il primo uomo si volse al cielo e si pose la domanda su cosa fossero quei puntini luminosi che comparivano di notte, o cosa fosse quell'oggetto luminoso che a seconda dei giorni del mese si presentava ora a falce, ora piena.
L'astronomia trae il suo nome dal greco: άστρων νόμος [àstron nòmos] è letteralmente la 'legge delle stelle', da cui il nome odierno della scienza il cui oggetto è l'osservazione e la spiegazione degli eventi celesti. Essa propriamente studia le origini e l'evoluzione, le proprietà fisiche, chimiche e temporali degli oggetti che formano l'Universo e che possono essere osservati sulla sfera celeste.
Per molti secoli, l'astronomia e l'astrologia (una pseudoscienza la quale sostiene che i fenomeni celesti abbiano un'influenza sugli eventi ed in particolare sull'uomo) sono andate a braccetto: l'osservazione e la previsione dei movimenti degli oggetti celesti che potevano essere osservati ad occhio nudo dall'uomo erano effettuati daI primi astronomi, di solito rappresentati dai sacerdoti di uno specifico culto religioso. Lo scopo era duplice: sia creare i primi calendari, indispensabili per l'organizzazione della vita sociale ed agricolo-pastorale; sia appunto comprendere gli effetti che si riteneva gli astri avessero sulle attività umane (di qui lo studio delle costellazioni e tutte le teorie relative).
Sarà solo con il Rinascimento che finalmente le due 'aree' andranno via via distinguendosi, soprattutto con la confutazione della teoria geocentrica (o tolemaica) da parte di Copernico, e la formalizzazione e diffusione del metodo scientifico galileiano, basato sulla prova sperimentale delle tesi esposte. Nonostante l'oscurantismo della realtà ecclesiastica del tempo, e l'abiura delle teorie copernicane (eliocentriche) a cui Galileo fu costretto, il metodo galileiano e le sue scoperte si diffusero in tutta Europa, aprendo le strade all'astronomia moderna.